venerdì 4 febbraio 2011

5 cose sul punk che ho scoperto ieri

Ieri sera ho avuto il supremo gaudio di andare a vedere in concerto i The Real McKenzies, un gruppo folk punk scozz-canadese di quarantenni in gonna. Degli dei, in poche parole. Assieme a loro suonavano anche un gruppo hardcore punk californiano, tali Pennywise di cui non avevo mai sentito parlare ma che pare siano terribilmente famosi.
Ad ogni modo, in onore di tali entusiasmanti esemplari di essere umano, ho indossato orgogliosamente il mio kilt e sono andata.

Ordunque, avendo una discreta esperienza di concerti metal ma un'esperienza assolutamente nulla di concerti punk, ho colto l'occasione per osservare e prendere mentalmente nota dei comportamenti peculiari della fauna, per studiare i loro rituali sociali e le loro abitudini.

Ho quindi imparato che:
1- i punk, nonostante l'aspetto wannabe-intimidatorio, sono mediamente di una gentilezza al limite dell'irritante.
Ero saldamente installata in prima fila, praticamente in faccia al signor Paul McKenzie, e di fianco a me c'era un energumeno canadese al seguito dei suddetti gentiluomini di almeno un metro e novanta per 110 chili, pelato, in kilt e calzettoni di lana bianchi, e tatuato fin nelle budella. Verso la metà del concerto, mi tolgo gli occhiali e faccio per tirarmi la manica della felpa per pulirli, quando egli si gira verso di me, mi ferma, si toglie la cuffia che fino a quel momento aveva portato in testa e me la offre per pulirmi gli occhiali con quella invece che con la manica.
2- i musicisti folk punk hanno la tanto disdicevole quanto esilarante abitudine di indossare il kilt "alla maniera tradizionale", e allo stesso tempo, di saltellare allegramente per il palco.
Se da un lato stare in prima fila ai concerti è meraviglioso, altre volte ti espone all'inevitabile e forzata contemplazione delle pudenda di mezzo Canada.
3-i punk trattano una spettacolare varietà di argomenti nelle loro canzoni.
I metallari, o almeno quelli che ascoltavo e a volte ascolto ancora adesso, parlano di quanto fa schifo vivere, di reami incantati, di tormentosi dilemmi teologici e di turpitudini da perpetrare sui cadaveri. Tutto sommato, una gamma non troppo vasta e non troppo edificante. (ci sono ovviamente delle eccezioni, questo è chiaro, ma sto parlando a grandi linee)
Ieri sera, al contrario si è parlato:
-dell'incondizionata esaltazione della Scozia e le sue bellezze naturali (RMcK)
-del bere, e di quanto è bello farlo gratis (RMcK) questo argomento ha incontrato la mia totale approvazione
-della struggente nostalgia di casa (RMcK) anche questo argomento ha incontrato la mia totale approvazione
-della protezione e tutela degli ambienti marini (!!!) (PW)
-della corruzione in politica e della sovranità del popolo (PW)
-del degrado urbano e delle difficoltà nel crescere i propri pargoli in un ambiente così socialmente insalubre (PW)
...e di molte altre cose.
4-i punk hanno la curiosa abitudine di saltarti in testa. Nel senso letterale della parola. La dinamica del fenomeno è più o meno questa:



Me ne saranno capitati in testa almeno 15, scoordinati e sudaticci. Ognuno si diverte come può.
5-i punk OFFRONO DA BERE. Che abitudine deliziosa. Non ho mai bevuto gratis così tanto come ieri sera.
Addirittura, il cantante dei Pennywise, tale Zoli, ha portato sul palco una cassettina di cartone stipata di bicchieroni di lager, e li ha distribuiti alle prime file. Un'iniziativa che bisognerebbe diffondere il più possibile.
(dietro le quinte c'è stata una diatriba su una bottiglia di Fernet, ma non ho capito esattamente cosa sia successo)

In conclusione, mi sono divertita immensamente, ho bevuto abbondantemente e sono anche tornata a casa presto (il concerto è finito alle 23).
Punk promosso a pieni voti.

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